Storia

Fedele Piras, esempio di eroismo in guerra

Fedele Piras, giovane di umili origini, ricevette la medaglia d'oro al valor militare per aver respinto da solo un attacco austriaco sul Piave, a Capo Sile, nel giugno del 1918. Dopo una breve militanza nell'Arma dei Carabinieri, fu congedato nel 1925 e morì nel 1971

I sacrari e le cronache sono pieni di episodi di eroismo sul campo di battaglia; tra questi va annoverato anche Fedele Piras, nato ad Assemini nel 1895, ancor oggi ricordato per la sua valorosa condotta durante la Prima guerra mondiale che gli valse la medaglia d’oro al valor militare. Originario di una famiglia contadina, rispose alla chiamata alle armi e nel 1916 fu inquadrato prima nel 21° e poi nel 151° reggimento della Brigata Sassari, combattendo a Monte Zebio e Monfalcone e partecipando alla ritirata del 1917 sul Tagliamento.

Piras: medaglia d’oro al valor militare

Sotto la spinta delle truppe austriache, Fedele Piras ripiegò fino al tratto del Piave fra Paludello e Capo Sile; il 16 giugno del 1918 la sua compagnia fu attaccata dagli asburgici in numero preponderante, trovandosi a dover difendere un piccolo ponte dalla grande importanza strategica. Rimasto solo dopo la morte di tutti i compagni, Piras riuscì ad arrestare l’avanzata nemica tirando delle granate con la mano sinistra, visto che la destra era stata gravemente ferita. L’eroica impresa gli valse la prestigiosa decorazione.

Ricoverato alla 79° Sezione di Sanità per la grave ferita alla mano, Piras si riprese nel nosocomio di Pistoia e l’8 settembre del 1918 ritornò al fronte per l’offensiva finale. Dopo la fine del conflitto fu dimesso dall’Esercito nel dicembre del 1919 ed entrò nell’Arma dei Carabinieri, venendo congedato nel 1925 per dei problemi all’occhio. Visse il resto della propria vita in Sardegna fino alla morte, sopraggiunta ad Assemini il 9 gennaio 1971.

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