Il Territorio

Monte Arcosu, il cuore selvaggio della Sardegna tra natura e inclusione

Un'oasi WWF tra le più grandi del Mediterraneo, dove la tutela della biodiversità si unisce a progetti sociali innovativi

Nel cuore della Sardegna sud-occidentale si estende il complesso forestale Monte Arcosu-Piscinamanna, la più ampia foresta di macchia mediterranea di tutto il bacino del Mediterraneo. Con una superficie di circa 35.000 ettari, questa vasta area ospita al suo interno l’Oasi WWF di Monte Arcosu, una Zona Speciale di Conservazione e Zona di Protezione Speciale che ricade nei territori comunali di Uta, Assemini e Siliqua. Dal 2014, l’oasi è anche parte integrante del Parco regionale del Gutturu Mannu, istituito per tutelare uno degli ecosistemi più ricchi e incontaminati dell’isola.

Il paesaggio è dominato da rilievi montuosi che superano i 1.000 metri, intervallati da profonde valli e torrenti stagionali che modellano una morfologia aspra e suggestiva. Questa varietà ambientale favorisce una straordinaria biodiversità. La vegetazione della Riserva è costituita principalmente da lecci, sughere, filliree, eriche, corbezzoli e mirti, con presenze uniche come una stazione rigogliosa di tasso e resti di foresta primaria di leccio. Il patrimonio floristico vanta ben 46 specie endemiche, tra cui spiccano la Castroviejoa montelinasana, il Dianthus mossanus, l’Armeria sulcitana e l’Anchusa formosa, descritta per la prima volta nelle gole del Monte Lattias.

L’oasi ospita anche 20 specie di orchidee selvatiche e una ricca varietà di funghi, tra cui il raro Ramaria arcosuensis, endemico della zona. Sul fronte faunistico, il protagonista indiscusso è il cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus), salvato dall’estinzione grazie all’istituzione dell’oasi negli anni ’80. Altri mammiferi presenti sono il gatto selvatico, la martora, la donnola, la volpe sarda, oltre ad anfibi endemici come il geotritone dell’Iglesiente e il discoglosso sardo.

L’avifauna è altrettanto rilevante, con oltre 80 specie, tra cui numerosi rapaci: il falco pellegrino, l’aquila reale, lo sparviere sardo e il rarissimo astore sardo.

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