L'età moderna e contemporanea, da Quirra alla Sir
Assemini fece parte della contea di Quirra per secoli, passando di mano dai Carroz ai Centelles ai Borgia fino agli Osorio che cedettero il territorio all'abolizione del feudalesimo nel 1837. Nel Novecento, l'apertura degli stabilimenti Sir di Nino Rovelli determinò un aumento dell'occupazione, poi ridottasi nei decenni successivi
Nella parte finale del Medioevo
Assemini fece parte della contea di Quirra,
soggetto amministrativo istituito nel 1327 da Don Alfonso d’Aragona; inserito
tra i possedimenti dei Carroz, nel
Quattrocento passò di mano ai Centelles,
famiglia spagnola il cui capostipite Cataldo di Craon accompagnò Carlo Magno
nella liberazione della Catalogna dagli arabi. Nel 1603 Cristoforo Centelles
ottenne da re Filippo III il riconoscimento di Quirra a marchesato, inserendola
nella Baronia di San Michele. Nei secoli successivi il territorio fu
amministrato dai Borgia, dai Català e dagli Osorio il cui ultimo esponente fu Filippo Maria, costretto a cedere
il territorio nel 1837 dopo la legge sull'abolizione del feudalesimo.
I beni che erano stati amministrati in modo feudale vennero
redistribuiti a sorte fra gli abitanti, a cominciare dai più bisognosi; questo
però non migliorò la situazione di indigenza di gran parte della popolazione,
che cambiò solo nella seconda metà del Novecento con l’apertura degli
stabilimenti Sir di Nino Rovelli nella
zona industriale di Macchiareddu.
Costui, imprenditore lombardo che nel 1948 aveva acquisito
la Società Italiana Resine, si
dimostrò abile nel far crescere il proprio impero che nel 1975 poteva contare
tredicimila dipendenti, aprendo stabilimenti anche a Porto Torres e in
Calabria. Nel corso degli anni ottanta e novanta Assemini soffrì il doloroso
processo di de-industrializzazione al pari del resto del paese, con conseguente
aumento della disoccupazione.