Artigianato

Le saline di Assemini, gioiello d'architettura industriale

le saline di assemini sono state la punta di diamante dell'industria cagliaritana. Oggi sono ancora parzialmente attive e visitabili nelle giornate di apertura del FAI. Negli stagni della zona proliferano fenicotteri e aironi

Le saline di Assemini sono un importante esempio di archeologia industriale della Sardegna meridionale. La loro storia inizia alla fine degli anni venti del Novecento quando l’ingegner Conti Vecchi decise di bonificare il grande stagno di Santa Gilla per impiantarvi una salina. Il progetto ebbe successo e in breve lo stabilimento divenne uno dei maggiori siti industriali della regione, attraendo manodopera da tutto l’hinterland cagliaritano.

L’area, vasta quasi trenta chilometri quadrati, conteneva un laboratorio chimico, varie officine, una falegnameria, vasconi, la sede della direzione in stile Liberty, tutti sopravvissuti fino ad oggi insieme agli affascinanti macchinari conservati all’interno insieme ai documenti d’archivio. L’impianto era all’avanguardia per i tempi, autosufficiente e con un villaggio per le famiglie degli operai dotato di scuole e impianti sportivi.

Come per altri siti sardi, anche per le saline giunse il tempo del ridimensionamento. A partire dagli anni settanta il livello occupazionale scese inesorabilmente e iniziarono i passaggi di proprietà. Oggi l’impianto è ancora parzialmente attivo e l’area storica è stata affidata al FAI affinché ne curasse il recupero. Durante le giornate di apertura del patrimonio culturale, le saline sono visitabili in un percorso che si snoda attraverso gli edifici fino ai vasconi e allo stagno dove proliferano aironi e fenicotteri, in un impareggiabile connubio tra archeologia industriale e natura. 

Vuoi lasciare un commento?

Compila i campi per lasciare un commento. Il commento verrà pubblicato dopo l’approvazione del moderatore.