L'età punica e romana di Assemini
L'Assemini romana era caratterizzata dalla presenza dell'acquedotto che portava le acque di Cabudacquas a Cagliari. Tra le aree archeologiche più rilevanti si devono ricordare Rio Bidda Mores, Is Tuvus e Porcili Isidori e Cuccuru Macciori
Assemini, città che ha avuto un vertiginoso incremento demografico negli ultimi decenni, può tuttavia vantare una storia che affonda le radici fin nell’epoca nuragica, con i reperti ritrovati nella zona campestre di Faneuas. Non meno importanti sono le testimonianze che attestano la presenza punica: basti pensare alle necropoli di Rio Bidda Mores, Is Tuvus e Porcili Isidori,nonché alle tombe a cassone che compongono il suggestivo cimitero di Cuccuru Macciori, con le sue ceramiche risalenti al secolo IV a. C.
Altrettanto numerosi sono i reperti di età romana, alcuni dei quali scoperti già all’inizio del Novecento: basti pensare alla villa di Ischiois riportata alla luce nel 1906 e alle monete con le effigi di Antonino Pio, Marco Aurelio e Gordiano ritrovate a Su Pranu nel 1919. Da notare anche i due miliari romani, testimonianza dell’antica arteria che collegava Cagliari a Sulci e che rendeva Assemini una località transitata.
Tra le vestigia più imponenti della zona ci sono quelle dell’antico acquedotto, situate soprattutto in località di Sant’Andrea: le preziose acque venivano convogliate dalle sorgenti di Cabudacquas a Villamassargia e proseguivano attraverso Siliqua, Decimo, Assemini ed Elmas, fino ad arrivare a Cagliari. È interessante ricordare come, durante il periodo romano, l’abitato da cui avrebbe avuto origine l’antica villa si presentasse sotto forma di vari villaggi distinti fra loro e facenti parte di differenti latifondi agricoli.